mercoledì, maggio 09, 2007


WICHT: RUSCONI È COME ME...

Con le dimissioni definitive di Wicht, il crollo elettorale previsto da noi - quasi nelle cifre esatte- già un paio di anni fa, la scelta un po’ troppo rinunciataria di Danzi dovuta alle pulsioni suicide della dirigenza attuale di quel partito, le dimissioni definitive dell’ultimo dei moicani, Marra, il probabile arrivo di Rusconi alla presidenza, l’Udc del sette per cento e del possibile sorpasso della Lega ha chiuso i battenti.

In questa tragicommedia bisognerà ricordare che anche il partito nazionale e in particolare il presidente, ha fallito clamorosamente.

Maurer è sembrato degnarsi a malapena di quel capitava in Ticino, non ha capito assolutamente nulla, ha foraggiato un branco di incapaci politici. Se se fosse trattato di Uri o Argovia, invece del Ticino, si sarebbe certo comportato con maggior sagacia. Ma , per dirla alla popolana, se ne è fregato ampiamente senza tentare la minima mediazione. Molto deludente il signor Maurer e non è la prima volta.

Con Rusconi presidente, Pianezzi vice presidente, un altro vicepresidente di cui non ricordiamo il nome, forse combatteva sotto altre bandiere, Pinoja capogruppo circondato dai fidi ( si fa per dire) Wicht, Chiesa e Martignoni questo partito è il parto geniale della presidenza Wicht. In due anni è nato un partito alieno di cui non si intravede nemmeno un’anima politica.

Alle televisione P.C. Wicht ha detto “Rusconi è come me , profondo, diplomatico, moderato” Non è un’investitura, è un requiem lo ha capito persino Rusconi che si è affrettato a dire che lui è più a destra.

E’ sicuramente più sveglio di Wicht ma non è un gran complimento.

Bisognerebbe poi capire cosa significa “destra” per il neo presidente ( diamolo per scontato, nessun si sogna più di rubargli la poltrona a questo punto, certamente non chi dell’Udc Svp aveva un’idea assai diversa) ; probabilmente la stessa cosa di Wittenbach, Siccardi e il buon Pinoja: meno tasse e poi meno tasse.

Non lo sappiamo per certo e ormai non è neppure più un quesito interessante. Davvero l’attuale Udc non sembra in grado di suscitare uno straccio di dibatto ideologico, non solo nei massimi sistemi ma neppure in ambito cantonale.

Non basta dire destra o sinistra per essere credibili. Bisogna avere un passato, bisogna avere una cultura politica, bisogna aver preso parte con cognizione di causa alla guerra delle idee.

Bisogna sapere cosa significa, cosa propone il pensiero di destra , il pensiero conservatore, il pensiero nazionalista in tutti gli ambiti del mondo moderno, dall’ecologia all’immigrazione, dall’economia alla difesa nazionale, in politica estera come in materia di sicurezza.

Alain de Benoit scrisse uno splendido saggio negli anni ’70 “ Vu de droite” che dava l’intera Weltanschaung della cultura della destra moderna. Abbiamo qualche dubbio che qualcuno dell’attuale dirigenza Udc l’abbia letto.

Eppure sarebbe necessario, quello ed altri saggi, per essere davvero convincenti.

In politica il consenso non lo si conquista dall’oggi all’indomani ma con un lungo , coerente lavoro per portare sempre più persone a condividere una visione comune. Si è convincenti quando si è convinti, si è convinti non quando le circostanze suscitano una certa reazione .- per esempio l’immigrazione che provoca rigetto dell’Islam – ma quando davvero si è studiato il problema alle radici, se ne è capita l’evoluzione, se ne propone un rimedio lungamente meditato.

Specialmente a destra. E’ troppo facile per le sinistre- cui la storia recente, la cultura marxista o radical giacobina dominante, la stampa fiancheggiatrice – hanno permesso di assumere un posizione culturalmente egemonica, liquidare con l’epiteto di “xenofobo” “razzista” “fascista” un avversario che in televisione balbetta una specie di pensiero debole, solo preoccupato di mostrarsi “moderato” anche quando gli hanno rapinato la nonna.

Ma per rendergli la vita più difficile ci vuole un ampio retroterra politico e culturale.

Se ne rende conto Rusconi? Se sì potrà fare il miracolo di riconciliare la destra più radicale, ma anche più preparata, all’Udc Ti.

Ma si tratterebbe appunto di un miracolo di mediazione e diplomazia.

Diversamente questo partito entrerà dalla porta di servizio della partitocrazia, reggerà il moccolo alla Lega nella speranza di raccogliere qualche briciola ed entrerà in una serena agonia politicamente corretta in una perenne rianimazione tra il 2 e il 3%. E’ un’altra previsione, provare per credere.
gm-retelibera

2 commenti:

Anonimo ha detto...

finalmente te ne sei andato fuori dalle palle!sei e resti un coglione

UMBERTO MARRA ha detto...

Meglio un coglione che ha le palle, il coraggio delle proprie idee, che un vigliacco che non ha nemmeno il coraggio di firmarsi. Ti commenti da solo, pistola.