Come abolire il Grütli,
Sul Corriere della Sera alla vigilia delle elezioni francesi, Charles Kupchan, definiva populista ( epiteto che sta appena al sopra di fascista)
Che reazionaria! I francesi non lo sanno, ma l’inno nazionale è passato di moda. Almeno il loro.
Già anni fa il cantante franco israeliano Serge Gainsburg, più noto per le peripezie musical sessuali che per talenti vocali, scrisse una canzone in cui sputava ( letteralmente) sulla bandiera francese. Anni dopo ne scrisse un altro che esaltava la stella di davide e la bandiera israeliana. Ci sono inni che vanno e altri che vengono: almeno Gainsburg non lasciava dubbi sul suo senso di appartenenza.
Il sentimento nazionale pare essere legittimo solo per ebrei e americani. Per gli altri, di qualunque paese, Europa, Russia o Giappone, è una tara vergognosa.
In poche parole poteva far coincidere libertà e nazionalismo, aiutata in questo da un invidiabile status economico, dalle piccole dimensioni che la escludevano dai giochi di potenza anche media, e dalla genetica concretezza del suo popolo.
Sarebbe continuato tutto così se non fossero intervenuti due fenomeni, uno di macro politica, che ha coinvolto tutta l’Europa, e l’altro particolare che ha lasciato attoniti moltissimi svizzeri che restavano beatamente convinti di non poter essere minacciati, non avendo mai minacciato nessuno.
Il primo fondamentale fattore è stato ovviamente il movimento migratorio che oltre a ragioni economiche ( non certo umanitarie, come vien fatto credere agli imbecilli) aveva il preciso scopo di scardinare nei popoli europei il senso nazionale di appartenenza e financo la naturale fraternità etnica per creare la razza meticcia, senza passato e senza storia, unita solo dal “tifo” calcistico o panzane simili.
Il secondo fattore , più particolare ma altamente significativo, è stato il ricatto degli averi ebraici.
Con la nota e devastante campagna stampa ( a tutti i livelli sia in Europa che negliUSA) i mezzi di informazione filo sionisti ( cioè il 90%) il congresso mondiale ebraico su sollecitazione dello stato di Israele ha declassato
Mentre a sinistra i rinati partiti comunisti, complici perlomeno morali dei criminali regimi che li ispirano, potevano tornare ad inneggiare i loro delinquenziali idoli rossi,. a destra la sola parola “nazionale” era ormai da scomunica.
Mentre qualunque manifestazione anche violenta delle bande rosse viene fatta accomodare stendendo tappeti, a destra basta che un militare saluti con il gomito appena teso che subito salta fuori la spia socialista che chiama il comandante, in pieno stile Pol Pot, che subito provvede all’espulsione e alla degradazione ( senza neanche rendersi conto che ad essere sempre più degradato è un esercito che ormai nemmeno i giovani nazionalisti se sono intelligenti hanno più voglia di servire. Perché perdere tempo a difendere non la patria ma l’oligarchia?) .
Sul Grütli poi l’atmosfera si è fatta irrespirabile.
Questi lacchè dei padroni mondiali che si sciacquano la bocca con termini come democrazia, libertà di parola e altre panzane, non resistono alla vista che un pugno di giovani non ancora dediti alla cocaina, non emarginati in un “centro sociale” non ridotti a vivere come abbruttiti protagonisti da telefilm americano , abbiano ancora l’idea di considerare la festa nazionale come un’occasione di risvegliare la coscienza della gente, il sia pur vago ricordo che la nazionale non è una squadra di calcio ma un destino comune, un qualcosa da difendere per restare se stessi e non divenire una massa amorfa, meticcia senza passato e senza futuro.
Anche una solo una ventina di questi giovani sul prato del Grütli fa torcere le budella ai partitocrati, li odiano, una caricatura di uomo politico come Samuele Schmid chiese una mezza epurazine nell’esercito, malauguratamente sotto la sua giurisdizione, affinché non fosse neppur pensabile che un giovane nazionalista potesse far carriere nell’esercito.
E il Grütli fu blindato. Festa per pochi intimi, con discorsi insulsi ma mai interrotti dai fischi. Solo moderati e annoiati applausi, fatti per muovere l’aria come le parole degli oratori. Ma non basta.
Ora vogliono abolire le cerimonie del Grütli: vedi mai che arrivi ancora lassù qualcuno che ci crede davvero a rovinare la festa.
E allora un consiglio ai giovani: cercatevi un’altra data, lasciate perdere il primo agosto, che vadano loro a fare i compagni di merenda al Grütli che tanto sedersi sul prato con loro è contagioso, l’esempio è infetto.
Festeggiate qualcosa d’altro , per esempio il 21 giugno il Solstizio d’Estate, il giorno più lungo, la festa del Sole, la festa più antica dei popoli europei. Per male che vada, anche se diluvia, non vedrete il grugno di Samuele e dei suoi balivi. E il non vederli è già una festa.-retelibera-
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